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Ucraina: il tavolo da gioco delle grandi potenze. Il punto

Foto tratta dal sito del Ministry of Foreign Affairs, the People's Republic of China

di Raffaele Crocco

Entrati nel nono mese di questa nuova fase di guerra. L’invasione russa dell’Ucraina continua, senza scossoni reali dal punto di vista militare e senza speranze di un cessate il fuoco. È altrove che nascono le novità. E fanno riflettere. La prima la firma Wang Yi, ministro degli Esteri cinese. Ha incontrato il collega russo, Sergei Lavrov. Si sono stretti la mano, hanno parlato. Poi, incontrando la stampa, Wang Yi ha spiegato che “è un diritto legittimo della Cina e della Russia raggiungere il proprio sviluppo e la propria rinascita, che è pienamente in linea con il trend dei tempi e qualsiasi tentativo di bloccare i progressi non avrà successo. La Cina è disposta ad approfondire i contatti con la controparte per promuovere le relazioni e la cooperazione in vari campi a un livello più alto, che porterà maggiori benefici ai due Paesi e fornirà maggiore stabilità a un mondo instabile”.

Una dichiarazione importante. Da un lato chiarisce che nessuno può impedire a Cina e Russia di operare per raggiungere il livello di sviluppo economico e produttivo delle altre potenze. Dall’altro manda un messaggio agli Stati Uniti – sono loro la controparte, non certo l’Europa – aprendo la porta a forme di cooperazione utili a “fornire maggiore stabilità”, cioè a spartirsi il Mondo.

È la via maestra della diplomazia di Pechino. Non a caso la Cina si è fatta strada nel Mondo con la strategia del “win to win”, cioè vinco io e vinci tu. Tradotto: io arrivo, ti propongo l’affare, tutti e due guadagniamo e nessuno mette il naso negli affari dell’altro. Così, Pechino manda un messaggio a Washington: ristabiliamo gli equilibri mondiali, salvaguardando i nostri interessi, sedendoci attorno ad un tavolo e cooperando. Intanto, però, resta saldamente alleata di Mosca. Wang Yi è stato chiarissimo su questo: “La Cina – ha detto sosterrà con forza la Russia, sotto la guida del presidente Putin, per unire e guidare il popolo a superare le difficoltà, eliminare i disordini, realizzare gli obiettivi strategici di sviluppo e stabilire ulteriormente lo status della Russia come una grande potenza sul palcoscenico internazionale”. Da notare che, coerentemente con la strategia cinese e gli interessi di Mosca, durante l’incontro di Ucraina si è parlato quasi sbadatamente, ai margini.

Intanto – ed è la seconda novità – Kiev si prepara ad un possibile, futuro attacco lanciato dalla Bielorussia, principale alleata di Mosca. Lo ha denunciato lo stato maggiore ucraino, che ha anche precisato di aver potenziato la presenza delle proprie forze armate al confine con la Bielorussia. L’obiettivo è contrastare ogni possibile nuovo attacco della Russia. Che ci siano realmente movimenti di truppe, mirati ad una nuova offensiva contro l’Ucraina, non è per ora dimostrato. Lo ha ammesso lo stesso comando ucraino. “Ma ci sono e ci saranno minacce – hanno spiegato -. Stiamo reagendo, abbiamo già aumentato le nostre truppe in direzione nord”.

Sul campo di battaglia, intanto, continuano le piccole avanzate e le altrettante piccole ritirate di entrambi gli eserciti. La spinta offensiva ucraina – che nelle ultime due settimane ha prodotto la riconquista di alcune città – sta continuando, ma secondo gli esperti Kiev sta gettando nella mischia le riserve, con perdite piuttosto alte.  Non va meglio a Mosca, sempre alle prese con il fenomeno della diserzione. Molti soldati russi – secondo alcune testimonianze – si procurano ferite alle gambe, pur di tornare a casa e nelle retrovie sarebbero stati formati reparti incaricati di fermare chi diserta.

Insomma, il peggio della guerra, che continua naturalmente a massacrare i civili. Negli ultimi giorni, i bombardamenti su Kiev hanno ammazzato molte persone, distruggendo case e infrastrutture. La ricostruzione del Paese sarà davvero lunga. E mentre si muore, propaganda e nazionalismi fanno il loro lavoro. Come a Kherson, città occupata dai russi. Lì, nella cattedrale di Santa Caterina, era sepolto il principe Grigory Potemkin, eroe nazionale, reso famoso da un film di Eisenstein. Spaventati dall’avanzata ucraina, le autorità occupanti hanno spostato le spoglie del principe sull’altra sponda del fiume Dnipro, distruggendo contemporaneamente una serie di statue dedicate ad eroi russi. Lo hanno fatto – hanno spiegato – per salvaguardarle e proteggerle. Tagliente la risposta del ministro alla Cultura ucraino, Tkachenko. “Ringrazio gli occupanti – ha detto – per il loro aiuto concreto nella de -russificazione dell’Ucraina”.

*In copertina una Foto tratta dal sito del Ministry of Foreign Affairs, the People’s Republic of China

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