Ucraina, un attore per presidente

Volodymyr Zelensky è uno dei 44 candidati nelle elezioni del 31 marzo.  E' primo nei sondaggi e rappresenta un segnale forte alla politica tradizionale

di Raffaele Crocco

Volodymyr Zelensky è un attore Ucraino. E’ un attore comico, molto famoso nel suo Paese. E’ diventato famoso per aver interpretato, in una serie televisiva, il ruolo di una persona normale che per la sua onestà ed una serie di coincidenze diventava presidente della Repubblica.

Una bella storia, che potrebbe diventare realtà. Zelensky è uno dei 44 candidati che, in Ucraina, sono in corsa per la carica di Presidente nelle elezioni del prossimo 31 marzo. In questo momento proprio lui è dato in vantaggio nei sondaggi, è la persona che gode di maggior consenso. Ha il 15,4 per cento dei voti teorici, davanti al presidente uscente Petro Poroshenko, fermo al 10,5 per cento e alla leader dell’opposizione, l’eterna Yulia Tymoshenko, donna data per finita politicamente e invece capace dell’ennesima resurrezione, accreditata di un 8 per cento.

Nessuno dei 44 candidati, dicono gli esperti, riuscirà ad avere la maggioranza al primo turno. Così assisteremo alla sfida fra i primi due nel ballottaggio del 21 aprile. Ma la prospettiva di un Presidente attore è un segnale forte alla politica tradizionale.

L’Ucraina resta un Paese in crisi. Soprattutto è un Paese ancora in guerra. Il conflitto del DonBass contro i separatisti russi appoggiati da Mosca è costato, ad oggi, più di 10mila morti, quasi 27 mila feriti e almeno un milione e 600mila sfollati e profughi. L’economia è in ginocchio e lo scontro cresce in intensità. Non molti mesi fa, la marina russa ha sequestrato, nello stretto di Kerch, tre navi della marina ucraina. Poroshenko, il presidente in carica, ha varato in quell’occasione la legge marziale, “per respingere eventuali attacchi russi”, ha detto. Contemporaneamente, ha chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che ha risolto il caso. La tensione – però – resta alle stelle

In vista del voto, in campo è scesa anche la chiesa. Il Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha chiesto ai cittadini responsabilità nel partecipare alle elezioni. “Il disinteresse e l’inerzia hanno avvertito i vescovi sono manifestazione di indifferenza, egoismo, pigrizia e, quindi, sono dei peccati – hanno scritto i vescovi in un documento -. La partecipazione alla vita politica dello Stato è coerente al comandamento evangelico dell’amore per il prossimo. La deliberata elusione da tale partecipazione, in particolare, dalla partecipazione alle elezioni, è una manifestazione di indifferenza non solo per i candidati agli organi del potere, ma anche nei confronti di tutta la società”. Insomma, bisogna partecipare – questo dicono – il 31 marzo si capirà se gli ucraini – dopo 5 anni di guerra – ne hanno ancora voglia.

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