E’ sempre stato un vecchio sogno: avere un’edizione inglese dell’Atlante e uscire così dagli angusti confini nazionali. Ce l’abbiamo fatta e molto dobbiamo ai nostri partner e amici di ANVCG, l’Associazione nazionale vittime civili di guerra che fin
“Atlas of Wars and Conflicts in the World – Executive Summary” è stato dunque presentato ieri a Roma in un evento organizzato da ANVCG, l’Ente Morale preposto per legge alla tutela delle vittime civili delle guerre in Italia – e ovviamente da 46° Parallelo, l’associazione che sta dietro al progetto dell’ “Atlante delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo”. Alla diretta online – moderata da Raffaele Crocco – ideatore e direttore del progetto Atlante – hanno preso parte Andrea Celentano (Ufficio VI della Direzione Generale della Cooperazione allo sviluppo del MAECI), Giovanni Camilleri (Senior Consultant Undp), il nostro Daniele Bellesi (tra i fondatori del progetto) e Sara Gorelli (Referente operativa nazionale de L’Osservatorio ANVCG). Il direttore editoriale del sito, Emanuele Giordana, ha inviato dal Sudest asiatico un breve video che postiamo alla fine del testo più sotto.
L’evento è stato aperto dai saluti di Michele Corcio, vicepresidente Anvcg.: «Questa edizione speciale de l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo è sicuramente unica nel suo
Andrea Celentano, in rappresentanza del Ministero degli esteri, ha ricordato l’impegno umanitario della cooperazione italiana in molti Paesi dove vi sono conflitti e dunque rifugiati e sfollati, ma anche nelle aree dove vivono i “rifugiati ambientali”, gente che ha dovuto lasciare le proprie case in seguito a inondazioni, terremoti, eruzioni vulcaniche. Argomenti che da sempre trovano posto nell’Atlante.
“In sintesi -ha concluso Camilleri – formazione, partecipazione, processi di sensibilizzazione, occasione di dialogo e di proposte per l’azione. Un’importante advocacy che si collega , interpreta
«La mia speranza – ha concluso Corcio – è che questa pubblicazione possa divenire uno strumento di puntuale e completa informazione che vada ben oltre i confini nazionali e che possa stimolare azioni concrete da parte di governi e società civile per garantire protezione e assistenza alle vittime civili di guerra”.
La versione inglese, curata da Sara Gorelli per l’Osservatorioe da Daniele Bellesi ed Emanuele Giordana per l’Atlante, è stata supervisionata da Lisa Clark