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Una nuova fase per il nucleare iraniano?

di Rita Cantalino

L’8 maggio 2018 Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti lasciavano Piano d’azione congiunto globale del 2015, il cosiddetto accordo sul nucleare iraniano. L’uscita ha comportato una riduzione dei meccanismi di controllo sullo sviluppo del programma nucleare in Iran. Già dalla metà del 2019, il paese aveva raggiunto un “breakout time”, tempo impiegato per produrre una quantità di uranio arricchito (HEU) per una bomba, di pochi giorni. Uno studio sull’esperienza cinese suggerisce che potrebbero bastargli dalle tre alle cinque settimane per il completamento di un ordigno. Dato confermato Intelligence degli Stati Uniti, che lo scorso luglio ha valutato che l’Iran nell’ultimo decennio ha fatto avanzare il suo programma nucleare con un’accelerazione dal 2018.

Come si fa una bomba atomica?

Per assemblare una bomba l’esafluoruro di uranio (UF6) deve essere convertito da gas a metallo, e poi essere fuso e lavorato per creare il nucleo. Mentre avviene questo processo, possono essere preparate le componenti non nucleari. Come avvenuto in Cina. Il paese ha prodotto il suo primo lotto di HEU a gennaio 1964 ma nel 1963 aveva già preparato tutte le altre componenti per due bombe. Raggiunta una quantità sufficiente di HEU, conversione in metallo e purificazione richiesero da una a due settimane; altre due o tre settimane servirono alla fusione. Il primo nucleo della bomba era pronto alle prime luci dell’alba di venerdì 1 maggio 1964.
L’assemblaggio fu avviato a inizio agosto e completato il 20 del mese. Per la prima bomba bastarono tre giorni. Le bombe furono poi smontate e trasportate nella sede dei test. In dieci ore furono rimontate e preparate per la prima esplosione nucleare cinese. L’intero processo aveva richiesto tra le tre e le cinque settimane.

L’esperienza cinese e i progressi dell’Iran

I progetti iraniani erano simili a quelli cinesi e questo consente di fare una stima delle tempistiche necessarie al Paese per produrre una bomba. Inoltre, è verosimile che la tecnologia cui ha accesso l’Iran sia più avanzata di 60 anni fa e l’esperienza cinese era figlia di un tempo di relativa pace, non condizionata dal pericolo di un’escalation. A gennaio 2018 Israele ha sequestrato una serie di documenti dell’archivio nucleare iraniano sui progetti di armamento e i paralleli progetti di HEU del “Piano Amad”, il programma nucleare condotto dall’Iran tra il 1999 e il 2003. Da questi, vediamo che già nel 2003 il Paese era a livelli avanzati. È verosimile che ci siano stati ulteriori avanzamenti.

È probabile che il 2018 sia stato un anno di svolta. Non ci sono segnali di una decisione dell’Iran di costruire una bomba ma la situazione in Medio Oriente e l’indebolimento del suo ruolo nell’area sono un pericolo. A novembre 2024 il braccio destro dell’Ayatollah Ali Khamenei, Kamal Kharrazi, ha dichiarato che il paese è pronto a rivedere la sua dottrina sul nucleare. Se così fosse, l’esperienza cinese ci suggerisce che potrebbe impiegare meno di tre settimane per la costruzione di un’arma.

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