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Vittoria a mani basse per Sheikh Hasina

Il primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina, ha vinto a mani basse le elezioni tenutesi ieri in Bangladesh, assicurandosi  il quarto mandato consecutivo dopo un ricorso alle urne marcato da proteste, violenza e contestazioni. Resterà in carica per altri cinque anni dopo che il suo partito avrà vinto almeno 152 dei 300 seggi parlamentari contestati secondo i primi risultati che già delineano la sua vittoria. Con il principale partito d’opposizione, il Partito nazionalista del Bangladesh, che ha deciso di boicottare le elezioni, si prevede che ovviamente il partito di Hasina e i suoi alleati vinceranno anche i restanti seggi. I risultati definitivi potrebbero arrivare entro poche ore.

“Il risultato di domenica arriva dopo gli arresti di massa di leader e sostenitori del Bnp e i  dati ufficiali – scrive stamani la Bbc – suggeriscono una bassa affluenza alle urne, pari a circa il 40%, anche se i critici sostengono che anche questi numeri potrebbero essere stati gonfiati. Gli indipendenti, quasi tutti appartenenti alla stessa Awami League, hanno ottenuto 45 seggi e il partito Jatiya ha ottenuto otto seggi. Si tratta del quinto mandato in totale per Hasina, che divenne primo ministro nel 1996 e fu rieletta nel 2009, rimanendo da allora al potere”. Secondo Deutsche Welle “Stazioni televisive con reti di giornalisti in tutto il Paese hanno detto che il partito al governo di Hasina, la Awami League, ha vinto 216 seggi su 229”.

Il risultato delle urne, ormai già abbastanza chiaro, era comunque largamente scontato. “Ostinatamente volute dalla prima ministra e leader della Lega Awami, Sheikh Hasina (le elezioni) – aveva scritto Giuliano Battiston su Lettera22 in un lungo reportage prima dell’apertura delle urne  – sono boicottate dal principale partito dell’opposizione, il Bangladesh Nationalist Party (Bnp), che ha chiesto inutilmente la nascita di un governo transitorio e le dimissioni di Hasina, alla ricerca del suo quinto mandato.Anche grazie alla repressione dell’opposizione e di ogni forma di dissenso e alla mobilitazione della macchina istituzionale, l’esito della tornata elettorale è scontato: trionferanno la Lega Awami e Sheikh Hasina, figlia del “padre della patria” Skeikh Mujibur Rahman. Meno scontate, invece, sono le ragioni per cui dovremmo interessarci di quel che accade in Bangladesh, proprio in occasione delle elezioni.

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