Nel complicato scenario di alleanze che in Yemen dal 2015 semina morte qualcosa sta, ancora una volta, mutando.
L’alleanza fra l’ex presidente Ali Abdullah Saleh (al potere per 33 anni) e i ribelli sciiti Houthi si è rotta.
Dall’inizio della guerra l’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh aveva appoggiato i ribelli sciiti nella speranza di tornare al potere dopo essere stato scalzato nel 2012 dall’attuale presidente Abd Rabbo Mansour Hadi.
Negli ultimi mesi, però, i rapporti sono a dir poco peggiorati.
Nei giorni scorsi l’ex presidente è apparso in televisione e ha lanciato un appello all’Arabia Saudita per aprire le trattative e arrivare alla fine del blocco, che sta causando nel paese migliaia di morti per fame ed epidemie. Saleh ha chiesto a tutti i leader del Nord Yemen e non solo di appoggiarlo in funzione anti-Houti, al fine di isolarli politicamente e, soprattutto, militarmente.
Il gesto è stato considerato un tradimento dal leader degli sciiti Ali al-Houthi che ha giustificato l’assalto alle residenze di Saleh in città e nei dintorni.
Gli Houthi sono infatti appoggiati dall’Iran, mentre il presidente Mansour Hadi è invece sostenuto da una coalizione di Paesi sunniti, che vede sul campo di battaglia: Arabia Saudita, Emirati, Sudan.
Ma dietro le rigide alleanze stanno le persone, che dal 2015 muoiono in questa guerra interna, ma combattuta per procura. Negli scontri e a causa di bombardamenti hanno perso la vita almeno 10 mila persone. Altre migliaia, soprattutto bambini, sono morti per le epidemie, a partire da quella di colera, e la malnutrizione. Secondo le Nazioni Unite i feriti superano i 50mila, più di 2mila civili sono stati uccisi dall’epidemia di colera e 20 milioni di persone si trovano sulla soglia della fame.
Proprio in questi giorni l’Onu ha lanciato un nuovo appello. l segretario generale dell’Onu ha chiesto di “sospendere tutti gli attacchi, aerei e terrestri” nello Yemen. Guterres ha rivolto il suo appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto. Gli attacchi, ha ammonito il segretario Onu, “provocano morti e feriti anche tra la popolazione civile”.